Parapandalo
(Plesionika narval)
- Arthropoda
Phylum
- Crustacea
Subphylum
- Malacostraca
Classe
- Decapoda
Ordine
- Pandalidae
Famiglia
- Plesionika
Genere
- P. narval
Specie


Il parapandalo o gamberetto di nassa (Plesionika narval) è una delle migliori prelibatezze che il mare possa offrire. Brutto, forse, cominciare dall’aspetto gastronomico, ma non lo si può negare! Infatti è commercializzato moltissimo alle Canarie e a Madeira (Atlantico orientale del nord) e sporadicamente in Mediterraneo, ma è presente anche in Mar Rosso e nell’Indo-Pacifico (Madagascar, Polinesia). Da noi è famoso ad esempio quello di Cracolla, sulla penisola sorrentina, ma soprattutto quello di Ustica.
Si tratta anzitutto di un gamberetto facente parte dei crostacei decapodi. Questi sono provvisti di cinque paia (quindi dieci) di piedi, più propriamente detti pereiopodi, oltre ad altre appendici non usate però per muoversi. È di colore rosa-arancione con strisce longitudinali rosse e bianche provvisto di un rostro appuntito colmo di dentini laterali (è il rostro che dà il nome alla specie, narval in onore del narvalo, il cetaceo con l’unicorno) e di due paia di lunghissime antennine bianche. È piccino, può misurare fino a circa 10 cm, e vive da pochi metri di profondità fino ad almeno 900. Tipicamente predilige fondi fangosi, ma a noi sub interessa soprattutto il suo vizietto di abitare grotte o anfratti, luoghi dunque oscuri o semi-oscuri, anche a poca profondità e sempre in banchi di centinaia o migliaia di individui. Non a caso praticamente in tutte le coste italiane esiste una Grotta dei Gamberi i cui gamberi sono proprio loro.
La sua biologia nasconde delle chicche interessanti. Intanto le femmine sono molto più numerose e un po’ più grandi dei maschi, e poi sono sempre incinte! Già, perché il parapandalo si riproduce tutto l’anno, sebbene prediliga le acque più calde dell’estate e dell’autunno per farlo. E infatti, quando ci immergiamo e li becchiamo, è facile riconoscere le femmine proprio da quelle minuscole palline blu che portano fra i pleopodi (ovvero le zampette posteriori ai pereiopodi), le uova!
Nei nostri itinerari la più celebre Grotta dei Gamberi è forse quella di Ustica, ma ce n’è una a Filicudi, a Castellammare, perfino alla Secchitella di Linosa… Insomma, i parapandali sono un po’ ovunque e sono sempre uno spettacolo affascinante, specie quando una musdea (Phycis phycis), una perchia (Serranus cabrilla) o un grongo (Conger conger) affamati approfittano della luce della nostra torcia per farne man bassa!
Ma solo a Ustica, per quanto ne sappiamo, si pesca e si consuma con costanza, rigorosamente crudo, non “sbucciato” e condito solo con olio e limone…
In quale itinerario lo incontriamo?
- Rotta del tonno
- Quasi tropici
- A casa di Eolo