Falso corallo nero

(Savalia savaglia)

  • Phylum

    Cnidaria
  • Classe

    Anthozoa
  • Sotto-classe

    Hexacorallia
  • Ordine

    Zoantharia
  • Famiglia

    Parazoanthidae
  • Genere

    Savalia
  • Specie

    S. savaglia

Il falso corallo nero (Savalia savaglia) è un animale bentonico, che vive cioè attaccato al fondo, dal fascino misterioso. Misterioso perché trovandosi quasi sempre a profondità importanti (diciamo dai 40 m in giù) e solitario come un albero in una spiaggia, è considerato ambitissimo dai subacquei ricreativi mediterranei. Personalmente, sono cresciuto col mito del falso corallo nero, e tutt’oggi trasalisco quando lo vedo…

Andiamo però con ordine. La Savalia savaglia ha un bel po’ in comune con le più note gorgonie. Come quest’ultime appartiene alla classe degli animali-fiore (Anthozoa): è dunque un organismo coloniale i cui tasselli elementari sono i polipi. I quali, se aperti o più esattamente estroflessi, si occupano di filtrare l’acqua per fornire nutrimento alla colonia.

Ma se nelle gorgonie ogni polipo ha 8 tentacoli (da cui la sotto-classe Octocorallia), qui i tentacoli sono un multiplo di 6 (da cui la sotto-classe Hexacorallia) generalmente organizzati in due corone da 12. In questo senso, dunque, le sue cugine più vicine sono le margherite di mare (Parazoanthus axinellae), esacoralli coloniali spesso d’altronde presenti nelle vicinanze (vedi video). A differenza delle margherite, però, il falso corallo nero è capace di produrre uno scheletro proteico duro e scuro che gli è valso il nome comune (anche il corallo per antonomasia, quello rosso (Corallium rubrum), ha infatti uno scheletro duro).

L’affinità con le gorgonie non finisce però qui, tant’è vero che dove c’è falso corallo nero nove volte su dieci ci sono gorgonie (specialmente Paramuricea clavata) nelle immediate vicinanze. Succede infatti che se una fantomatica larva di falso corallo nero atterra su un ramo di gorgonia o anche di corallo nero (Antipathella subpinnata), può decidere di impiantarvisi e di intraprenderne una neanche così lenta conquista. Da un polipo iniziale ne nasceranno altri per riproduzione asessuata, e così via finché della gorgonia o corallo nero iniziale non ci sarà più traccia: tutto sarà stato inglobato!

È a questo punto, però, che tutto cambia: il falso corallo nero, non avendo più nulla da fagocitare, da un lato se si accrescerà ancora lo farà lentissimamente (si parla di un accrescimento radiale tra 1 e 5 mm ogni 100 anni!), e dall’altro comincerà a riprodursi sessualmente, liberando sperma e uova generalmente nel mese di dicembre, per perpetuare la specie. Ma attenzione, perché in una colonia di falso corallo nero i polipi sono o tutti maschi o tutti femmine (si parla di gonocorismo), per cui affinché la fecondazione abbia luogo servirebbero colonie non troppo distanti, cosa che come detto all’inizio non è per niente frequente (come lo è, per esempio, per le gorgonie che formano vere e proprie foreste). Il successo riproduttivo è dunque bassissimo, ma siccome Madre Natura fa le cose per bene, una colonia di falso corallo nero può vivere anche fino a 3000 anni (contro i 25 anni delle gorgonie), e quindi provare a riprodursi per tanti ma tanti anni.

A proposito di colonie isolate. C’è, ovviamente, qualche eccezione che conferma la regola. La più strana è quella della Baia di Kotor, in Montenegro, dove in una superficie ridotta e fra i 10 e i 20 metri soltanto se ne contano più di 300!
Poi non saranno 300, va bene, ma in un certo sito abbastanza segreto nella nostra amata Ustica, all’abordabilissima profondità di 30 metri, uno dietro l’altro sorgono 11 colonie che di più misterioso, forse, non si può… Sito in cui ovviamente vi portiamo nel nostro itinerario La Rotta del Tonno.

Infine, la Savalia savaglia è endemica del Mediterraneo. Si trova nel bacino occidentale, nel Canale di Sicilia (Pantelleria e Linosa), in Adriatico (Tremiti e, come detto, Montenegro), ma anche in Egeo e nel Mar di Marmara. Dal Mediterraneo è però uscita, poiché specie all’isola della Graciosa nelle Canarie se ne contano tantissimi esemplari.

In quale itinerario lo incontriamo?